Per Apple i tempi migliori a livello fiscale sembrano ormai giunti al termine. In una comunicazione ufficiale depositata alla Securities and Exchange Commission, ovvero la Consob statunitense, l’azienda californiana ha reso noto ai propri azionisti che le aliquote d’imposta a cui è soggetta in diversi Paesi potrebbero presto subire importanti variazioni. Occhi puntati in particolare sull’Irlanda: la possibile svolta trae origine dall’indagine dell’Unione europea sugli aiuti di Stato di cui avrebbe beneficiato la Mela nel Paese nordeuropeo in seguito agli accordi raggiunti con il governo di Dublino, grazie ai tax ruling del 1991 e del 2007. L’azienda dei melafonini non solo corre il pericolo di pagare più tasse in futuro, ma ha fatto presente agli azionisti che a breve potrebbe trovarsi costretta a scucire duecento milioni di dollari per i tributi non versati nel passato. La Mela in questi ultimi anni ha spostato milioni di dollari di profitti fuori dagli Stati Uniti, all’incirca 70, per sfuggire alla corporate tax statunitense, fissata a quota 35 per cento. Da un report che è stato elaborato da un pool di esperti incaricato di fare il punto sulla tassazione dell’economia digitale del vecchio continente consegnato alla Commissione europea prima dell’estate, emergono alcune cifre interessanti: Apple nel 2013 ha pagato fuori dagli Stati Uniti 1.1 miliardi di dollari di tasse mentre a casa propria oltre undici. In pratica, in giro per il mondo ha restituito all’erario il 3,7% di quanto guadagnato, contro il 61% registrato sul suolo statunitense.
Luca Maestri, Chief financial officer di Apple, ha sottolineato che gli accordi fiscali presi in esame dalla Commissione europea non costituiscono aiuti di Stato. Ma il mese scorso il ministro delle finanze irlandese, Michael Noonan, ha annunciato che in ogni caso dal primo gennaio del prossimo anno le imprese con sede legale a Dublino saranno considerate fiscalmente residenti nel Paese e dovranno pagare perciò le stesse tasse sui profitti delle altre. Il cd. “double irish”, meccanismo che consente ad aziende come Apple di risparmiare sulle imposte, ha dunque i giorni contati. La Mela, che in Irlanda e più precisamente a Cork impiega circa 4000 persone, beneficia nel Paese di un’aliquota d’imposta inferiore al 2%. Nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2014, conclusosi il 27 settembre scorso, Cupertino ha realizzato un fatturato di 42,1 miliardi di dollari e un utile netto pari a 8,5 miliardi.
Fonte: Il Messaggero
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